SDST

Sindrome Da Semplificazione Tecnologica

621
Image Description

Di Walter Ciceri

Ins.13/01/2022 11:26:27 Upd.30/04/2024 04:04:11

Si, so già che andrò all'inferno, quindi potete evitare di mandarmici. 

Troppo spesso leggo commenti sui social in pancia a fotografie ben post prodotte, si insomma quelle talmente di impatto che fomentano il dubbio sulla veridicità dell'inquadratura, liquidandole come artefatta mezzo elettronica, ma spesso il bravo commentatore toppa ignorando una cosa fondamentale ... il filo di continuità che esiste tra l'acquisizione dell'immagine ed il suo sviluppo.

Certi livelli di qualità del prodotto finale, e non mi riferisco solo alla nitidezza o alla colorimetria, sono ottenuti in maniera ponderata, o secondo canoni di esecuzione acquisiti, che non lasciano spazio all'improvvisazione.
Le modalità di ripresa devono essere adeguate al processo di sviluppo e post produzione già pensato in funzione di un preciso risultato, che comprende, la dove previsto, anche la finalizzazione in stampa.

Insomma, quello che vediamo "ben riuscito" non può essere frutto solo di un buono scatto, o di un buon sviluppo o di una buona stampa ... il tutto è complementare e consequenziale. E badate non faccio distinzione tra analogico o digitale ... i due sistemi sono figli della medesima dottrina.

Cos'è la "Sindrome da semplificazione tecnologica" non cercatela su google, perché l'ho inventata io, è quella specifica condizione che si manifesta quando con un semplice gesto (nel campo fotografico lo identifichiamo con il "Click"), si ottengono risultati soddisfacenti e per alcuni "sbalorditivi". Questa condizione induce spesso l'autore a sopravvalutare le proprie capacità in uno specifico ambito, semplificando inoltre l'insorgenza di altri effetti devastanti quali il "Dunning-Kruger" ... per citarne uno. 
Vediamo se con un esempio riesco a farmi capire meglio ; Se con una calcolatrice scientifica riuscite ad eseguire decine di calcoli complessi in pochi istanti, logaritmi, quadrati ed espressioni a più incognite, non per questo potete considerarvi dei matematici.  Ecco ... alla stessa stregua non potete considerarvi fotografi se il risultato dell'immagine è stato pensato e prodotto dall'intelligenza artificiale dello smatphone.
Si capisco ! ... Magari c'è un buon occhio per l'inquadratura e il tempismo più o meno fortunato che conferisce significato all'immagine, ma questo significa solo che c'è una buona predisposizione a diventare "fotografo".... esserlo prevede molto studio e pratica.

E ora vengo al dunque. La SDST "sindrome da semplificazione tecnologica" riesce a manifestare i suoi nefasti risultati in modo ancor più preponderante nei soggetti complessati, quando li si pone fuori dal contesto produttivo dell'immagine, e ce li ritroviamo in un ambito di critica e analisi delle altrui produzioni.

Ecco .. lo "pseudo fotografo" che ignora bellamente la tecnica, la teoria, le origini, le implicazioni delle azioni e delle condizioni, non può razionalmente capire la qualità ed il valore di una fotografia.

A chi mi rivolgo

Principalmente ho voluto scrivere questo testo per rincuorare i neofiti immuni dalla SDST che troppo spesso si scoraggiano, pur avendo enormi potenzialità, per le critiche sconclusionate ricevute pubblicando i propri studi su pagine social gestite da stupidi e frequentate da idioti. 
Cari neofiti non temete, chi veramente sa, difficilmente commenta se non interpellato o "pagato".

 

Chiarimento sugli SmartPhone :
Il mio non è un attacco allo strumento ma alle conseguenze che ne derivano con un uso improprio.
Ci sono studi fatti da professionisti e fotografi evoluti che ne esaltano le peculiarità e potenzialità, ma il processo è diametralmente opposto a quanto contemplato nell'articolo.



Quello che dovevo dire l'ho detto ... ora continuo il mio cammino per l'inferno.
Walter